È stato linkato nei giorni scorsi, sul sito del
ministero per lo Sviluppo economico alla sezione “pratiche commerciali sleali” (
raggiungibile qui), il codice di condotta Avedisco. A seguito del recepimento da parte del Governo italiano della Direttiva Europea 2005/29 sulle «
pratiche commerciali sleali» che, attraverso due decreti legislativi (d.lgs 145 e 146 del 2 agosto 2007), ha permesso all’Italia di essere uno dei primi Paesi dell’Unione Europea a dotarsi di una
normativa a tutela dei consumatori, l’Italia ha ora «un punto di riferimento normativo unico», si legge nella sintesi della direttiva presente sul sito del ministero, che «garantisce i diritti e chiarisce quali pratiche commerciali sono consentite e quali vietate».
A quasi un anno di distanza dall’entrata in vigore della nuova normativa, solo due associazioni hanno ottenuto la segnalazione sul sito del ministero (Avedisco e Iap -
pubblicità) le quali, si legge ancora all’art 27-quater, «comunicano periodicamente al ministero per lo Sviluppo economico le decisioni adottate». I Codici segnalati, inoltre, sono stati entrambi approvati dalle rispettive associazioni ben prima che la normativa fosse adeguata alle richieste dell’Unione Europea.
Avedisco, inoltre, nel 2005 è stata promotrice, assieme alle principali associazioni dei consumatori, della Legge 173/2005 per la «disciplina della vendita diretta e la tutela dei consumatori dalle forme di vendita piramidali» approvata il 17 agosto dello stesso anno dal Parlamento e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 2 settembre.