A partire dall’analisi dei dati del Rapporto Globale sull’Imprenditorialità dell’Associata Amway, che da quasi dieci anni è uno dei più importanti studi sulla propensione del lavoro autonomo in Italia e nel mondo realizzato in collaborazione con IPSOS, Amway Italia ha promosso una tavola rotonda per riflettere sull’evoluzione dello spirito imprenditoriale negli under 35 e, in generale, sul futuro del lavoro autonomo in Italia.
Durante l’evento svoltosi il 23 marzo a Milano presso l’Hotel NHOW, esponenti del mondo politico, imprenditoriale e associativo italiano, hanno indagato la propensione all’imprenditorialità delle giovani generazioni, la loro percezione dell’avventura imprenditoriale e le reali opportunità per valorizzare la libera iniziativa.
La tavola rotonda moderata dal giornalista Luca Crecchi, Milan Bureau Chief Adnkronos, e introdotta da Alessia Cappello, Assessore Comunale allo Sviluppo, ha visto la partecipazione di Monica Milone, General Manager di Amway Italia, che ha presentato il Rapporto Globale Amway sull’Imprenditorialità, Martina Liotta, Responsabile Sviluppo Economico CNA Lombardia, Giuliano Sciortino, Segretario Generale AVEDISCO, e Gianmarco Senna, Presidente Commissione Regionale Attività Produttive.
Al centro del dibattito, i risultati della ricerca AGER, svoltasi in 25 Paesi del Mondo compreso l’Italia, che rappresenta ad oggi uno dei maggiori strumenti per indagare lo “spirito imprenditoriale” contemporaneo. Il sondaggio proposto indagava 3 dimensioni principali: la desiderabilità nell’intraprendere questa attività, la consapevolezza delle competenze e risorse personali per farlo e le motivazioni o barriere per guardare a forme di autoimpiego, come ad esempio la Vendita Diretta.
Andando nello specifico, per quanto riguarda la desiderabilità, il 42% degli intervistati italiani si dichiara propenso a intraprendere un’attività lavorativa in proprio sia ora che in futuro. Dato di particolare rilevanza è che, all’interno di questa percentuale, gli under 35 italiani rappresentano il 49%. Il dato totale è positivo se si considera che il 51% degli intervistati a livello europeo e il 57% a livello mondiale è propenso ad avviare un’attività in proprio.
Facendo un focus sui requisiti, il 36% degli intervistati italiani crede di avere le competenze necessarie per avviare un’attività in proprio, il 16% in meno rispetto al dato mondiale che si attesta al 52%. In particolare, se si indaga il target under 35, la percentuale sale di un punto (37%). Per quanto riguarda le risorse necessarie per avviare l’attività, il dato non è altrettanto incoraggiante: la maggior parte degli italiani, infatti, pensa di non disporre delle risorse economiche adeguate. Solo il 18% ritiene di avere la capacità economica per farlo, contro il 29% in Europa e il 35% nel Mondo. Per quanto riguarda i giovani italiani U35, la percentuale si attesta al 19%, dato in linea con la media nazionale.
Interessante è la percezione degli intervistati italiani U35 rispetto alle principali barriere che frenano l’avvio di un’attività in proprio in Italia: al primo posto il reperimento del capitale necessario con il 42%, seguito dalla paura di fallire al 39% e dal timore di non rientrare nell’investimento all’interno di un tempo ragionevole, 30%. In linea con i dati dei giovani italiani, quelli nazionali.
Tra le motivazioni che spingono i giovani italiani ad avviare un’attività in proprio, lavorare a qualcosa che li appassiona è al primo posto con il 62%. Particolarmente significative anche le percentuali riguardanti la possibilità di un maggiore controllo e gestione del proprio tempo, 58%, così come l’opportunità di avere un guadagno extra e la possibilità di essere il capo di se stessi, percentuali che si attestano entrambe al 57%.
I dati dimostrano come tra gli U35 italiani siano due i settori con propensione significativamente in crescita rispetto al periodo precedente alla pandemia. L’e-commerce ha visto un incremento del 4% rispetto al 2019, attestandosi al 59%. Particolarmente rilevante l’interesse verso il settore della Vendita Diretta, che cresce di 4 punti percentuali raggiungendo il 45%. Per quanto riguarda il dato nazionale, si evidenzia il medesimo trend, la vendita diretta e l’e-commerce vedono quindi incrementare maggiormente l’interesse nel periodo post primo lockdown
Altro dato rilevante riguarda il social selling, dove gli U35 italiani sono significativamente propensi a promuovere in modo efficace la loro attività sui social media rispetto agli Over 35. In particolare, i giovani italiani credono che i social media siano il canale migliore per promuovere un’attività (38%) e per massimizzare il numero di clienti e vendere prodotti, 35%. A frenare invece il social selling è il credere di non avere le competenze per promuovere in modo efficace la propria attività (30%) e di non avere una rete abbastanza grande da sfruttare (23% degli intervistati).
I dati, discussi dalle personalità istituzionali presenti alla tavola rotonda i quali hanno apportato il proprio punto di vista in merito, hanno evidenziato come la propensione al lavoro autonomo sia sempre più impattante all’interno della popolazione italiana, tra i giovani in particolar modo.
Per questo l’Associata Amway, che tramite AGER ha come propria mission la promozione del dibattito sul lavoro autonomo tra istituzioni, formazione e impresa, coinvolgendo i relativi player dei settori, vuole sottolineare come il supporto a livello istituzionale sia sempre più fondamentale per incentivare la libera iniziativa e renderla uno dei pilastri per lo sviluppo economico.